DIBATTITI - Giornate Mondiali
di Severino Cagnin
DIRITTO D’ASILO
7a Giornata mondiale del Rifugiato. L’Italia non ha ancora una
legge organica sui rifugiati ed è l’unico paese dell’Unione Europea che ne sia
sprovvisto.
La mancanza di una normativa per i rifugiati provoca gravi conseguenze
sulla condizione degli stranieri che non hanno un’abitazione, un lavoro, la
scuola per i figli, i servizi sanitari. Le maggiori associazioni, impegnate nel
sociale, hanno fatto appello a Governo e Parlamento per una legge organica su Il
diritto di asilo. I responsabili hanno risposto affermativamente. Dal
ministro dell’Interno a quello della Solidarietà Sociale tutti sembrano
d’accordo. L’invito viene anche da Oltretevere, dal Papa, come anche dal Colle,
dal Capo dello Stato. Ma non è facile tradurre in pratica i principi generali
della Convenzione di Ginevra del 1951 e dell’articolo 10 della Costituzione
Italiana. Ancora non sappiamo bene chi sia un rifugiato !
CERCA CASA E SPERANZA
Il rifugiato non va confuso né con l’emigrato né con l’esiliato. È l’unico senza
diritti. Pochi riflettono sull’incredibile coraggio e la straordinaria forza
morale di chi è costretto a fuggire dalla sua patria lasciando tutto, casa,
lavoro, famiglia e famigliari. Forse è la categoria di oppressi più
sconosciuta. Credo sia una fortuna che talora i media portino alla ribalta il
loro grido, come il romanzo Il cacciatore di aquiloni dell’afghano
Hosseini, il réportage sugli emarginati Pianeta dimenticato
a Radio Uno, e lo strazio armeno de La masseria delle allodole,
di Antonia Arslan portato sugli schermi dai fratellli Taviani: “Fino a
poco fa i sopravissuti preferivano tacere, piuttosto che subire l’incredulità
dei più, ora la pellicola parla per loro”. Esce Mi racconti…Ti racconto,
di Reza Rashidy sull’immigrazione in Italia. È per questo motivo che la
VII Giornata mondiale del 20 giugno può diventare un’occasione per un discorso
importante: questa del 2007 è dedicata al diritto diasilo, come
condizione primaria. Ognuno di noi deve liberarsi dalla paura del diverso e
aprirsi alle differenze, senza necessariamente identificarsi con esse.
PER UNA SOCIETÀ NUOVA
Molti si sono mossi: il comitato dei Gesuiti per i rifugiati (JRS), la
Coalizione Internazionale contro la detenzione dei rifugiati, il cardinale
Renato Martino presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace,
l’Alto commissario dell’ONU António Guterres, che ha visitato quattro paesi
africani colpiti dalla tragedia e ha assegnato all’oculista giapponese Kanai
il Premio Nansen per i rifugiati. Ma il problema non è risolto e appare sempre
più difficile. Non si sblocca né insistendo sui principi, né intervenendo con
azioni concrete e isolate. Iniziare dalla casa è indispensabile. “Chiedete a
chiunque degli oltre 20 milioni di rifugiati qual è la cosa che desidera di più
al mondo - ha detto Rudd Lubbers - e la risposta conterrà sicuramente la
parola casa. Che si tratti di una costruzione distrutta a Kabul, di una
baracca con il tetto di foglie nello Sri Lanka o di ricominciare da zero in una
terra lontana”. La Caritas Europa va oltre e chiede di aiutare quanti
vivono nella precarietà e nell’irregolarità. Ciò può favorire la promozione
della legalità, stabilizzare il mercato del lavoro, migliorare le condizioni di
vita e contribuire a un nuovo Modello Sociale Europeo.