SFIDE ETICHE x RAGAZZI, GENITORI, EDUCATORI
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
La vita esige ogni cura… qualsiasi vita ha la sua dignità, anche
quella animale.
AMMINISTRATORI NON PADRONI
La vita è un dono di Dio, anzi è il dono di Dio in assoluto, sgorgato dal suo
infinito amore per l’umanità: un dono che solo Dio può dare e che, quindi, solo
Dio può togliere.
Dio è Signore della vita, afferma il Libro Sacro: è Lui che fa morire e fa
vivere, che ferisce e risana (Dt 32,39). È Lui, dunque, la fonte della vita la
quale perciò è solo nelle sue mani e non può essere nelle mani dell’uomo.
L’uomo possiede la sua vita in prestito e perciò non ne può disporre
come gli pare e piace. Il precetto “Non uccidere” (Es 20,13) sigla una
verità immarcescibile: la vita è fuori portata per l’uomo, proviene da una
fonte “altra” che supera ogni sua capacità, ogni sua pretesa di disporne. La
vita insomma ha un valore assoluto ed è un bene non-a-disposizione dell’uomo,
che lo riceve per amministrarlo, curarlo, difenderlo, non
altro. Nessuno può arrogarsi il diritto di appropriarsi della vita di un altro.
Il severo monito di Dio nella Genesi, dopo l’uccisione di Abele, “Nessuno tocchi
Caino”, resta emblematico e supera i millenni.
La
vita fisica ha, è utile ribadirlo, un valore assoluto nel senso che è la base
di ogni altro valore: non si possono discutere e affermare altri valori se
prima non sosteniamo la vita in quanto realtà fisica, bene in sé, indipendente
dal valore che altri uomini possono attribuirgli: la vita fisica, infatti, è un
bene assoluto nel senso che è un valore che non ammette pluralismo o
tolleranza; se si ammettesse un pluralismo, bisognerebbe rispettare alla pari
tanto chi stima la vita quanto chi la disprezza, ma questo non consentirebbe
alcuna base solida alla convivenza civile, perché dovremmo tollerare sia chi
promuove la vita sia chi vuole utilizzarla secondo visioni personali anche di
tipo razzista (si pensi al totalitarismo di Hitler, di Stalin o di quanti hanno
scelto di distruggere massivamente esseri umani: lungo la storia, purtroppo,
non sono mai mancati). Se non si tollerano regimi assolutisti, è perché non si
tollerano visioni multiformi sulla dignità della vita umana. Ecco perché questo
valore si afferma in maniera perentoria, senza eccezioni, ed esige convergenza.
LA CURA DELLA VITA
La preziosità della vita dell’uomo è indicata dalla scelta di Cristo, morto per
portare vita all’uomo (cfr. Rm 5,6). Il credente non può disporre della sua
vita e di quella del prossimo a suo uso e consumo. La propria vita è un dono da
salvaguardare, curare con la massima diligenza e da restituire a Dio.
Anche la vita degli altri è un dono: anch’essa va tutelata e custodita, e
infine riconsegnata. Questa indisponibilità della vita a essere
manipolata dall’uomo diviene il primo terreno di verifica per valutare la
capacità di possedere la certezza “dell’ingresso nella vita” eterna (Mt 19,18;
Lc 18,20). Nessuno è padrone e signore della propria vita e tanto meno di
quella degli altri: non esiste nessun dominio sulla vita, né alcun vincolo
determinato da condizionamenti umani, quali la razza, la lingua, la politica o
l’economia (Costa). Di conseguenza, la vita di ogni essere umano, lo ripetiamo
per l’ennesima volta, è intangibile e inviolabile. Nessuno può
prevaricare o conculcare la vita di un’altra persona, per nessuna ragione,
anche quando questa fosse macchiata di gravi crimini. L’inviolabilità si
riferisce sia alla vita degli altri come alla propria, per cui, in forza di
questo principio non si giustificano a livello etico dal punto di vista
oggettivo né l’omicidio, né il suicidio.
Anche la vita fisica è un dono: come tale va custodito e fatto crescere. Abbiamo
detto che la vita va curata, per cui l’uomo ha l’obbligo morale di
custodire la salute del proprio corpo, evitando comportamenti che possano
essergli nocivi. La vita va curata migliorandone le condizioni globali e
particolari ed evitando comportanti o situazioni che possano metterla a
repentaglio. Per ragione di questo principio non si giustificano interventi
troppo onerosi per l’organismo, a meno che non abbiano finalità terapeutica, né
sport estremi o pericolosi che possono incidere gravemente sulla vita propria o
altrui.
IL MARTIRIO?
Proprio perché è un valore inviolabile, la vita va anche difesa e promossa,
come dicevamo: difesa da eventuali ingiusti aggressori, senza per questo voler
direttamente incidere sulla vita dell’aggressore; va difesa particolarmente e
con maggior rigore imperativo quando è indifesa e innocente, quando è
maltrattata, quando subisce abusi. E la vita va anche promossa, in ogni
circostanza, perché nulla è superiore a essa sulla terra, va promossa nella sua
qualità, nel suo miglioramento, nel suo rispetto, nel suo valore. E’ doveroso
promuovere la vita, creando una cultura dell’accoglienza e della stima.
Un’eventuale “rinuncia” alla vita fisica può avvenire solo per motivi
“trascendenti”, ossia quando occorre affermare la preziosità di questo valore,
che è in condizioni di grave minaccia. Un martire come Massimiliano Kolbe non
ha rinunciato alla vita, ma l’ha affermata ancor di più “donandola”. Alla vita
non si può rinunciare, perché si può solo donare. Non si tratta di eccezioni al
principio, ma di rafforzamento. Chi offre la sua vita per la vita degli altri
sta solo affermando al massimo l’assolutezza di questo principio. Perciò
comportamenti come l’omicidio, il suicidio, il genocidio, l’eutanasia,
l’aborto, ecc. non sono accettabili in quanto violazione diretta di questo
principio.
Valori in questione
La vita è il dono di Dio in assoluto: un dono che solo Lui può dare o togliere.
L’uomo è amministratore della sua vita e per tale motivo non ne può disporre a
piacimento.
La vita propria è un dono da salvaguardare, curare con la massima diligenza e da
restituire a Dio.
Il martire non rinuncia alla vita, ma la afferma ancor di più “donandola”.
Confrontiamoci in Gruppo e in Famiglia
Sono convinto che l’unico vero signore assoluto della mia vita è Dio?
La salute e la cura della vita sono un obbligo morale per il cristiano. Che dire
del fumo e dell’alcol?
Che cosa faccio per difendere la vita vulnerabile di bambini o anziani?
Sono pronto a donare fino al martirio la mia vita?