CHIESA
di Silvano Stracca
QUO VADIS EUROPA? (8)
L’ECLISSI DI DIO NEL VECCHIO CONTINENTE.
“Vogliamo possedere il mondo e la nostra stessa vita in modo illimitato.Dio ci è
d’intralcio. O si fa di Lui una semplice frase devota o Egli viene negato del
tutto, bandito dalla vita pubblica, così da perdere ogni significato” (Benedetto
XVI).
Ricordate
Friedrich Nietzsche? Ricordate la famosa pagina del pensatoretedesco che inizia
con questa frase: “Avete sentito di quel folle uomo che accese una
lanterna alla chiara luce del mattino, corse al mercato e si mise a gridare
incessantemente: cerco Dio… cerco Dio?”. E ricordate pure,
sicuramente, l’agnosticismo banale e plebeo degli uomini che al mercato “ridono
di coluiche cerca Dio?”. La pagina di Nietzsche sembra esprimere
in modo emblematico il drammadell’Europa senza Cristo. Certo è follia accendere
una lanterna nella pienaluce del mattino, ma in realtà l’uomo d’oggi comincia a
sentire l’esigenza di dover riaccendere una nuova luce proprio quando
tutto intorno pare illuminato. La luce che viene dal secolo dei “lumi”, dalla
ragione, dalla scienza, dai poteri del mondo, non appare più sufficiente per il
suo cammino. Tanti segni lo spingono a rimettersi in ricerca. Basta pensare
alle domande angosciose suscitate dagli eventi storici planetari succedutisi in
questo scorcio del XXI secolo. L’11 settembre 2001. La guerra in Medio Oriente.
L’incancrenirsi del terrorismo. L’emergere tumultuoso sulla scena geopolitica
mondiale di Cina e India. La grande pressione dei migranti alle frontiere
europee…
IN CERCA DI QUALCOSA DI PIÙ
La nuova ricerca di Dio - questa domanda di qualcosa “di più grande” che sale
dal profondo dell’uomo - è un leit-motiv ricorrente sulle labbra del Papa
tedesco. Dal cuore stesso dell’Europa, nella sua Baviera, il settembre
scorso,Benedetto XVI provò a scuotere la società occidentale “sorda” alle
ragioni di Dio. “Il grande problema dell’Occidente è la dimenticanza di Dio,
l’oblio che si diffonde”, affermò convinto che, in definitiva, tutti i
singoli problemi possano essere ricondotti a un’unica fonte. Dunque, riscoprire
Dio, e non un Dio qualsiasi ma il Dio con un volto umano, poiché “quando vediamo
Gesù Cristovediamo Dio”. Un tema decisivo per il futuro del
nostro continente che oggi dà l’impressione di un’apostasia silenziosa da parte
dell’uomo sazio, che vive come se Dio non esistesse. Oggi nel mondo occidentale
– è l’analisi di Papa Ratzinger – viviamo un’ondata di nuovo drastico
illuminismo o laicismo, comunque lo si voglia chiamare. Credere è diventato più
difficile, poiché il mondo in cui ci troviamo è fatto completamente da noi
stessi e in esso Dio, per così dire, non compare più direttamente. Non si beve
alla fonte, ma da ciò che, già imbottigliato, ci viene offerto. D’altra parte, l’Occidente
oggi viene toccato fortemente da altre culture, in cui l’elemento
religioso originario è molto forte, che sono inorridite per la freddezza
che incontrano in Occidente nei confronti di Dio. E questa
presenza del sacro in altre culture tocca nuovamente il mondo occidentale,
tocca noi che ci troviamo al crocevia di tante culture.
LA PECULIARITÀ OCCIDENTALE
Benedetto XVI mette a fuoco un punto fondamentale. L’eclissi di Dio in Occidente
non è comune ad altre grandi zone del pianeta, dove la religione ha forza ed
attualità, e che ormai non vedono più l’Europa come una guida, ma come un luogo
insicuro e, appunto, senza Dio. La sempre più forte secolarizzazione fa
apparire l’Occidente alieno e diverso rispetto al resto del mondo, l’ Africa,
l’Asia, i paesi islamici. L’Occidente appare cinico, utilitarista, arido
nell’idolatrare scienza e tecnica, estraneo a continenti interi per i quali
l’identità religiosaè un valore e il disprezzo del sacro è cosa ributtante. “Le
popolazioni d’Africae d’Asia – sottolinea il Papa – ammirano le
nostre prestazioni tecniche e la scienza dell’Occidente, ma al contempo si
spaventano di fronte a un tipo di ragione che esclude totalmente Dio dalla
visione dell’uomo”. Guai, fa capire insomma il Pontefice, se l’Europa
non si rende conto che una cultura senza Dio provoca contraccolpi negativi
nelle terre dell’Islam, del Buddismo, dell’Induismo, ecc. dove il sacro si
intreccia intimamente al quotidiano.Per scuotere l’anima del continente,
risvegliare la funzione di lievito per il mondo intero svolta fino a oggi
dall’Europa, Benedetto XVI ricorre alla parabola del Vangelo in cui Cristo
guarisce il sordomuto mettendogli un po’ di saliva sulle orecchie. “Apriti”,
disse Gesù e il sordomuto guarì. Ma l’Europa e l’Occidente non vogliono
guarire. “Esiste una freddezza d’udito nei confronti di Dio”, lamenta il
Papa. “Non riusciamo più a sentirlo, troppe frequenze diverse occupano i nostri
orecchi. Quello che si dice di lui ci sembra pre-scientifico”.
Attenti, ammonisce il Pontefice. Proprio quest’eclissi di Dio - che è alla
radice in Occidente della profonda crisi attuale della verità - rischia di
portare l’Europa in rotta di collisione con tante parti dell’umanità. “La vera
minaccia per la loroidentità i popoli d’Asia e d’Africa non la vedono
nella fede cristiana, ma invece nel disprezzo di Dio e nel cinismo che
considera il dileggio del sacro un diritto dellalibertà e che
eleva l’utilità a supremo criterio morale”.
LE RAGIONI DELLO SCONTRO
Dunque, la nuova Europa si rigeneri ritrovando la fede in Dio e denunciando con
coraggio tutto ciò che è contrario alla vera dignità dell’uomo. Papa Ratzinger
rovescia, in sostanza, lo schema del cosiddetto scontro di civiltà. Le ragioni
di fondo dello scontro non sono religiose, ma politiche e sociali. E se l’anima
africana e l’anima asiatica restano sconcertate di fronte alla freddezza della
nostra razionalità, è importante dimostrare che da noi non c’è solo questo. “Il
mondo laicista - incalza Benedetto XVI - si renda conto che la fede
cristiana non è un impedimento, ma invece un ponte per il dialogo con altri
mondi”. Proprio per la nuova interculturalità nella quale viviamo, “la
pura razionalità sganciata da Dio non è sufficiente, ma occorre una razionalità
più ampia che veda Dio in armonia con la ragione”. Di qui il grande
compito che attende i credenti nell’Europa senza Cristo: “mostrare che la Parola
che possediamo non appartiene ai ciarpami della storia, ma è necessaria anche
oggi”.
( - 8 continua )