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Il Direttore
A VELE SPIEGATE
Il 26/10/2003 è stata finalmente inaugurata la chiesa in ricordo del Giubileo del
2000, capolavoro di uno dei massimi architetti moderni, l’ebreo Richard Meyer.
Non poche le particolarità che la rendono unica nel suo genere.
È costruita sull’asse Ovest/Est, dove l’altare è a Ovest e
l’ingresso a Est, come il tempio di Gerusalemme e San Pietro, ma contrariamente
alla quasi totalità delle grandi cattedrali il cui orientamento è sull’asse
Est/Ovest. La cosa non è senza significato: là dove muore il sole sorge un
altro Sole, Cristo, e allora “Non avranno più bisogno né di luce di lampada né
di luce di sole”, “Non ci sarà più notte”, il sole è
definitivamente all’occaso e il nuovo Sole non ha tramonto. La Chiesa si stacca
dalla tradizione della penombra legata soprattutto alle cattedrali romaniche e
da quella di una luce rigenerata, policroma, propria delle grandi vetrate
gotiche, per affermare una luce bianca che è sempre nel fulgore del
mezzogiorno, che riassume e dà senso a tutti i colori. La Parola, venuta quasi
furtivamente nel silenzio e al buio, ora, vinte le tenebre, domina il tempo e
lo spazio.
Tre grandi vele, gonfie di vento, imprimono movimento alla
luminosa struttura. Chiaro il senso: la Chiesa non è chiusa nell’immobilismo,
ma traghetta i millenni verso la grande Luce che non ha tramonto. E dunque, non
è una Chiesa orgogliosamente arroccata nella sua verità, ma una Chiesa
missionaria veleggiante verso la Verità Suprema. Come nelle antiche cattedrali,
anche in questa non c’è risparmio di ricerca, di genio, di materiali, di
vertigine. Il fatto di essere nell’ultima periferia di Roma, a Tor Tre Teste,
costruita in mezzo ai grandi condomini, punto di riferimento luminoso per i
palazzoni che la attorniano per i ¾ della superficie, è quasi un invito ai
condómini a salire a bordo e veleggiare incontro alla Verità.
L’avveniristica struttura non è altro dalla Chiesa, non è
rivoluzione dei suoi dogmi, né deviazione dai suoi percorsi. Tutt’altro. E’
riaffermazione della verità del Cristo Salvatore. All’interno campeggia, nel
bianco accecante del tutto, solo un grande crocifisso del ’600. Si staglia tra
cementi candidi e vetri perfettamente trasparenti, avvolto e quasi catturato
dalla Luce del Padre. L’Italcementi ha inventato un impasto di marmo di
Carrara e di biossido di titanio che si auto-pulisce ossidando gli inquinanti
atmosferici, perché la struttura non sia intaccata dallo smog. Entrando,
l’edificio sembra avere il cielo per soffitto.
Oltre alla seicentesca croce, emergono dal bianco i segni della liturgia
cattolica in travertino romano rosato: l’altare, l’ambone, il battistero, il
seggio presidenziale… Anche il pavimento è in travertino. La Chiesa è
“scandalosamente bella”, come l’ha definita Pietro Negri su Famiglia Cristiana.
E’ da visitare.